Le società di informazioni commerciali cominciano a scocciare seriamente, specialmente quelle che ricorrono a patetici sotterfugi per “estorcere” dati aziendali da rivendersi.
Oggi chiama un tizio con accento toscano spacciandosi per un dipendente di MPS, chiede su quale conto deve girare un rimborso di una fantomatica tassa di concessione governativa, la (sua) fortuna vuole che noi si abbia rapporti con questa banca e quindi gli si risponde, poi però chiede quanti dipendenti ha l’azienda (?)… gli si risponde faccia 50 e 50, diciamo 100… saluta, ha capito, evidentemente…
Ma perchè non si decidono a pagare pure loro per le informazioni? Se pagassero per il tempo speso si potrebbe anche dire la verità invece della supercazzola 🙂