QlikSense e il problema delle date (parte seconda)

Nel post precedente, ho descritto la “soluzione” proposta da Qlik al problema della gestione delle date fino a febbraio 2015. Dopo questa data, con la versione 1.1 di QlikSense, è stata introdotto un nuovo modo di gestire i campi data, eliminando la necessità di creare il Master Calendar.

Fine di tutti i problemi connessi con le date? Non esattamente.
Capiamo per prima cosa come funziona la nuova gestione delle date.

Mediante la procedura guidata di importazione dei dati, tutti i campi riconosciuti come date vengono derivati, vengono cioè dotati di attributi che permettono una gestione più semplice, senza aggiungere ulteriori campi o tabelle.
Non è più necessario preoccuparsi dei buchi di calendario nel front-end, basterà utilizzare la scala continua (presente però solamente negli istogrammi!).

In questo modo, viene risolto il problema relativo alla riduzione dei dati.
Volendo riproporre l’esempio del post precedente, se le colonne della serie in figura fossero le vendite di viti e bulloni di un’azienda, selezionando solo le viti il grafico non “perde” il mese di Agosto.

Quindi sono stati risolti tutti i problemi? Non esattamente.
E’ molto comune voler confrontare dati di un periodo (es. anno corrente) con quelli del periodo precedente (es. anno precedente), a questo scopo si utilizzano set analysis e set expressions, vincolando i dati visualizzati al periodo corrente o a quello precedente, il risultato è il seguente:

I valori in blu sono vincolati al periodo corrente, mentre quelli in rosso al periodo precedente, questo si può ottenere tranquillamente sia con il vecchio Master Calendar che con la più recente derivazione dei campi.

Se il risultato è il medesimo, il modo per ottenerlo è completamente diverso:

1. Sum({<Year={$(=max(Year)-1)}>} Valore)
2. Sum({<[Date.autoCalendar.YearsAgo]={1}>} Valore)

La prima riga di codice riguarda il Master Calendar, la formula è flessibile e restuisce l’anno precedente rispetto al più recente anno selezionato, in pratica si adatta a qualsiasi selezione effettuata dinamicamente.

La seconda riga invece si riferisce alla soluzione implementata con la versione 1.1 e successive di QlikSense, non vi è alcuna flessibilità, la scelta degli anni passati è fissa rispetto all’anno più recente presente nella serie di dati caricati (se l’anno più recente è il 2017, la formula vincola i dati al 2016).

Per chi proviene da Qlikview, abituato ai selettori di anni, mesi, trimestri in bella vista sui cruscotti, non si tratta di una limitazione di poco conto.

Attendiamo le future versioni per vedere risolta questa frustrante limitazione.

QlikSense e il problema delle date

Sto usando da qualche tempo QlikSense, l’evoluzione di QlikView, il più famoso tra i software di business intelligence (o data visualization come si dice ora). In Italia indiscutibilmente leader.

I punti di forza sono molteplici e ben noti ma, se ne conoscono anche i limiti?

Uno dei principali, a mio parere, è rappresentato dalla gestione delle date (i campi formattati come data).

Se ci si limita ad importare dati, andandoli a rappresentare in un semplice grafico ci si accorge che le date non vengono affatto gestite. Ecco un esempio.

Ingrandendo l’immagine, si nota che mancano alcuni giorni alla sequenza, in pratica i dati sono caricati così come sono, senza interporre i giorni del calendario mancanti dai record caricati.

Rappresentando gli stessi dati raggruppandoli per mese, si espone in maniera più chiara il problema di una tale “non gestione”: un anno con 11 mesi.

Prima della versione 1.1 (uscita ad inizio 2015) la soluzione proposta ufficialmente da Qlik era il Master Calendar, uno script da includere nel back-end in modo da creare una tabella aggiuntiva con tutte le date, collegata opportunamente alle altre tabelle in modo da risolvere il problema dei buchi.

Purtroppo la soluzione è parziale e funziona solo se non vengono limitati i dati, se ad esempio le colonne della serie in figura fossero le vendite di viti e bulloni di un’azienda, selezionando solo le viti ci si ritroverebbe nuovamente con un anno di 11 mesi.

Per ovviare a questo problema, esistono soluzioni efficaci ma piuttosto bizzarre (e mai risolutive), che implicano la creazione di record dummy al solo scopo di riempire i buchi tra le date (tipo questa, o questa).

Insomma, quelli di Qlik non hanno minimamente pensato a gestire le date e di fronte ai problemi degli utenti se ne sono usciti con soluzioni posticce e per nulla risolutive.

Se si pensa ai casi (e sono molti) in cui devono essere gestite più date differenti nella medesima base dati, la soluzione di Qlik è a dir poco discutibile: denormalizzare i dati.

https://community.qlik.com/blogs/qlikviewdesignblog/2012/08/30/master-table-with-multiple-roles

Non è certo il consiglio che mi aspetterei di ricevere da chi mi vende un prodotto di data visualization.

La parabola fotovoltaica

A dieci anni dall’acquisizione, il gruppo Carraro esce dal settore dei componenti elettronici per gli impianti fotovoltaici ed eolici, cedendo la partecipazione di maggioranza in Elettronica Santerno al gruppo Enertronica.

La decisione è coerente con il piano di rifocalizzazione del gruppo sulla sola produzione di assali e macchine agricole, oltretutto la divisione ceduta era l’unica ancora in perdita.

Elettronica Santerno rappresenta in modo esemplare la parabola fotovoltaica, cresce prima in maniera esponenziale sull’onda degli incentivi,  realizzando ottimi margini di guadagno, una volta tolti gli incentivi e pressata dalla concorrenza asiatica, crolla.

Fatturati e Risultati Operativi della divisione Elettronica Santerno del Gruppo Carraro Spa

Non sorprende che, nel tentativo di uscire da un lungo periodo di crisi, il gruppo Carraro si liberi di una divisione con fatturati in costante calo e con risultati pesantemente negativi, tanto più se le sinergie con le altre divisioni non sono rilevanti.

Confrontando le note del 2006 (relative all’acquisizione) con quelle del 2016 (relative alla cessione), si nota che sono venute a mancare sia le aspettative verso il trasferimento tecnologico a favore delle altre divisioni del gruppo, sia quelle verso il mercato delle energie rinnovabili come elemento di diversificazione.

2006: L’acquisizione ha valenza strategica in quanto permette di allargare il presidio tecnologico ai sistemi elettronici di controllo e potenza e la loro integrazione con sistemi di trasmissione che costituiscono il core business del gruppo. Consente inoltre l’ingresso per Carraro nel settore della produzione e conversione dell’energia elettrica che è attualmente in forte espansione.

2016: La repentina crisi che si abbatte sul settore costringe a un rapido ridimensionamento dell’azienda, la cui struttura passa dai 250 dipendenti del 2010 ai 124 di oggi, ciò parallelamente alla forte diminuzione dei volumi che portano la società a un fatturato pari a 35 milioni di Euro. Negli ultimi anni i risultati della società hanno influito sul consolidato del Gruppo rendendo meno evidenti i risultati positivi di Drive Tech ed Agritalia.

Dando per assodato che nell’arco di dieci anni il trasferimento tecnologico si sia concluso con successo, resta la pesante considerazione che non essendoci prospettive di sviluppo nel mercato delle rinnovabili, ulteriori migliorie tecnologiche trasferibili sono ritenute dal gruppo Carraro poco probabili.

Anche nel comunicato di Enertronica (l’acquirente di Elettronica Santerno), non si parla di prospettive di crescita relative al mercato delle rinnovabili ma del mero rafforzamento del gruppo.

Archiviamo anche questo episodio tra le dimostrazioni che, senza incentivi economici e/o fiscali il mercato delle energie rinnovabili non può avere crescite esponenziali ma, al contrario può subire cicliche contrazioni.

Errore di Windows 2 durante il caricamento di Java VM

Se hai cercato il titolo di questo post, anche tu non riesci più a lanciare le procedure dell’Agenzia delle Dogane (Intr@Web o FirmaDigitale).

IT-manager’s Life ha proposto, in questo ottimo articolo, una soluzione a questo problema (in pratica il programma cerca una versione di Java non più disponibile sul tuo pc).

Io te ne propongo un’altra, a mio modo di vedere più semplice visto che si tratta solo di modificare un file di testo.

Ecco il mio consiglio, passo per passo:

  1. cerca sul tuo pc la cartella in cui è installato Java, quindi copiala da qualche parte, il percorso solitamente è questo (dal 16-11-2015)
    C:\Program Files (x86)\Java\jre1.8.0_66 
  2. cerca sul tuo pc la cartella dove sono installate le procedure dell’Agenzia delle Dogane, oppure cerca “Intraweb.exe” o “FirmaDigitale.exe” quindi apri il percorso dove sono ubicati (tasto destro – apri percorso file) nella cartella troverai due file:
    FirmaDigitale.lax e Intraweb.lax 
  3. Aprili con un editor di testo (blocco note o notepad vanno benissimo).
  4. cerca questa stringa di caratteri:
    lax.nl.current.vm=C:\\Program Files (x86)\\Java\\jre1.8.0_45\\bin\\javaw.exe

    quindi modificala in modo che punti alla cartella nella quale tu hai installato Java. Dal 16-11-2015 fino a nuove modifiche dovresti cambiarla come segue:
    lax.nl.current.vm=C:\\Program Files (x86)\\Java\\jre1.8.0_66\\bin\\javaw.exe 
  5. Salva il file, hai finito.

Ora dovresti poter aprire Intr@Web e FirmaDigitale senza problemi.

Oltre la barricata del lavoro

Recentemente, dopo anni di onorato servizio tra le fila dei cercatori di lavoro, mi sono ritrovato dall’altra parte.
E’ stato illuminante, mi sono rivisto in molte situazioni e ho toccato con mano le difficoltà di chi seleziona e intervista potenziali lavoratori.

Niente paura, non riporterò dettagli tragicomici o episodi fantozziani, si tratta solo di una lista di errori che, a mio modo di vedere, possono mettere tragicamente fine alla più ispirata questua di lavoro.
In verità non si tratta di veri e propri errori ma, di comportamenti o banali sviste che talvolta possono sfuggire a chi cerca con fatica di ricollocarsi e si inalbera contro i cercatori di lavoratori.
Spero possa essere utile a qualcuno.

Errori: più sono banali, più costano.

Controlla di aver inserito l’allegato nel messaggio, soprattutto se esordisci con “vi allego il mio cv…”.
Se dimentichi l’allegato di una email perché mai il selezionatore dovrebbe confidare nella tua precisione al lavoro? O nella tua puntualità? E’ vero che può trattarsi di pura distrazione ma, prova a pensare a chi deve scegliere tra decine di candidature, ti assicuro che a meno di non aver in mano un numero sufficiente di candidati da invitare a colloquio, ogni elemento diventa utile per ridurre la lista.

Accertati che il curriculum sia leggibile senza dover ricorrere all’helpdesk della NASA.
Come per il punto precedente, se non verifichi la leggibilità del tuo biglietto da visita come pensi possa reagire chi lo riceve?
In questo caso non vale nemmeno l’attenuante della distrazione, banalmente, basta spedire il file a qualche conoscente e chiedergli se riesce ad aprirlo.

Non inviare la candidatura ogni giorno, più volte al giorno, non è così che otterrai risposta.
Le persone particolarmente insistenti, solitamente non fanno una buona impressione, anzi.

Se stai rispondendo ad un annuncio, leggilo ma, sopratutto leggilo bene e poi rileggilo ancora una volta.
L’annuncio parla di un saldatore? Vuol dire che cercano un saldatore, non di regalare una seconda possibilità ad un contabile pentito con l’hobby della saldatura ad arco.
Puoi provarci ma, non ti illudere, è naturale scegliere chi ha già fatto quel mestiere piuttosto che “scommettere” su chi vuole reinventarsi. Il medesimo discorso vale per eventuali requisiti anagrafici o conoscenze specifiche (lingue straniere, quel particolare software, etc.)

E’ solo un colloquio, rilassati.

Durante il colloquio, parla, raccontati e poni domande.
Se ti stai dilungando il tuo interlocutore te lo farà notare (sta a te cogliere l’invito), se invece rispondi a monosillabi non c’è rimedio, chi ti sta di fronte non si chiederà se sei un tipo particolarmente timido e riservato ma: “c’è qualcosa di cui non vuole parlare?”, “non conosce l’uso dei congiuntivi e delle frasi subordinate?”, “si annoia?”.

Non sminuire le tue esperienze, anche se ne hai ancora poche da raccontare.
L’eccesso di modestia può essere confuso con scarsa considerazione di se, arrendevolezza, negatività, farsi un’idea errata del carattere di una persona è estremamente facile.

Non confondere i ruoli, sei tu che ti proponi.
Tattiche attendiste possono funzionare in altri contesti, nella guerra per il lavoro devi innestare la baionetta e partire all’assalto. Dimostra interesse e motivazione, aspettare che ti vengano formulate le domande e rispondere con monosillabi non è una buona tattica, sei tu il protagonista!
Oltre a quanto scritto sopra, corri il rischio che il colloquio si esaurisca in pochi minuti lasciando solo un evanescente ricordo.

In bocca al lupo!

I numeri del lavoro

Riallacciandomi a quello che ho scritto sotto, mi è sembrata una buona idea prendere i dati del Ministero del Lavoro che da Marzo 2015 vengono pubblicati con cadenza mensile, dando perfino evidenza delle trasformazioni dei contratti a tempo determinato in tempo indeterminato (che pertanto non vengono considerati nuovi posti di lavoro).

Le considerazioni che si possono fare sono molte, alcune molto acute le ha già fatte Francesco Seghezzi, altre le elenco qui in ordine sparso:

  • I contratti a tempo determinato rappresentano la parte preponderante (60%-70%)  delle nuove attivazioni e si tratta di una tendenza stabile. Ci sono tipologie di lavoro che per loro natura non conviene “stabilizzare” nemmeno con il nuovo contratto a tutele crescenti?
  • I contratti di collaborazione stanno lentamente sparendo. Merito delle riforme in materia di contratti di lavoro o delle modifiche ai regimi fiscali minimi?
  • Per ora non si intravede alcuna inversione di tendenza generale che non ricalchi gli andamenti tendenziali o transizione tra una forma contrattuale verso l’altra.

Il valore delle immagini

L’adagio “un’immagine vale più di mille parole” è diventato un mantra attualissimo nel giornalismo.

Software di elaborazione e visualizzazione, unitamente alla enorme quantità e accessibilità di dati in rete, hanno moltiplicato le possibilità di presentare notizie, ragionamenti ed opinioni in maniera immediata ma estremamente efficace.

Uno tra gli esempi migliori è Info Data Blog, brevi articoli che vengono narrati facendo ampio uso di infografiche, dati e immagini e molti altri se ne trovano nell’editoria estera (FT Data, Graphic Detail).

Anche numerosi blog (uno su tutti quello di Vincenzo Cosenza) fanno leva sulla potenza comunicativa delle immagini, oramai i dati sono a portata di tutti (Istat, Eurostat, Nasa, OECD ecc.), così come i software per manipolare e rappresentare i numeri.

Tralasciando il solito Excel (e cloni vari), un buon tentativo lo ha fatto Google, con Fusion Tables, dotato di notevoli potenzialità e che include un potente motore di georeferenziazione basato su Google Maps. Purtroppo l’ambiente web è decisamente crudo e lo rende piuttosto difficile da utilizzare per i non smanettoni.

Un altro interessante progetto del quale leggeremo sempre più spesso lo ha portato a compimento Tableau, una società con base a Seattle che produce un software che un tempo veniva chiamato Business Intelligence mentre ora viene appellato molto più efficaciemente Data Visualisation.

I primi clienti di Tableau sono società commerciali che lo utilizzano per analizzare dati sulle vendite, costi di produzione, analisi finanziarie e via di questo passo ma, al contrario dei concorrenti, quelli di Tableau hanno capito quanto importante sia l’utilizzo delle immagini nella diffusione e analisi delle informazioni presso il grande pubblico ed hanno pensato ad una versione pienamente funzionante ma limitata nelle sorgenti di dati utilizzabili (solo fogli di calcolo o di testo): Tableau Public.

Pertanto non ci può stupire l’esistenza (negli Stati Uniti ovviamente) dei corsi universitari di Data Journalism.

Le buone maniere del dirigente

E’ molto articolata la lettera del Dott. Vincenzo Busa, Direttore centrale Affari legali e Contenzioso dell’Agenzia delle Entrate, in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimi gli incarichi dirigenziali ottenuti senza concorso pubblico, sicuramente ineccepibile sotto il profilo giuridico.

Rimangono però i due paragrafi conclusivi che, per quanto mi riguarda, sono raggelanti:

Il clamore mediatico destato dalla sentenza n. 37/2015, a volte alimentato da affermazioni non ponderate ed iniziative non sempre responsabili, potrebbe indurre alcuni contribuenti ad adire la via giudiziaria, con conseguente dispendio di tempo e risorse da destinare a miglior causa.

Il clamore mediatico, visto il contenuto della sentenza, è più che giustificato e la scelta di ricorrere contro atti firmati da persone senza titoli è una libera scelta del contribuente, che liberamente sceglie come impiegare tempo e risorse.

L’Amministrazione è obiettivamente preoccupata all’idea di gestire un contenzioso inutile senza riflessi positivi sul rapporto con i contribuenti, ma l’esito scontato del giudizio e le conseguenze della soccombenza, in termini di condanna alle spese di lite, non andrebbero sottovalutati dai ricorrenti.

La “preoccupazione” che sembra un “avvertimento”…

Il rimborso IVA che non cambia verso

Le ultime modifiche introdotte nella legge di stabilità 2015 in materia IVA hanno fatto esplodere il panico tra molti imprenditori con pochi denari a disposizione (Iva, l’allarme delle imprese: da split payment e reverse charge mancati incassi mensili per 2 miliardi).

Con uno Stato che riscuote a breve ma paga con molto comodo, è comprensibile la decisione di Confindustria di presentare un ricorso alla UE.

Da questo intervento il Governo punta a garantirsi una copertura di 780 milioni, per cui sorge legittimo il sospetto che non ci sia alcun interesse a neutralizzare il credito IVA con un meccanismo simile a quello in uso per gli esportatori abituali (Plafond), che potrebbe essere una soluzione #cambiaverso.

Del resto, leggendo l’interessante articolo di Benedetto Santacroce, emerge anche il sospetto che il Governo abbia sovrastimato l’importo delle frodi carosello che verrebbero neutralizzate con l’introduzione del reverse charge.

Quello che sicuramente è certo, Santacroce lo condensa magistralmente nella frase che chiude il suo articolo:

Insomma, comunque si risolva la questione, qualcuno in un modo o in altro dovrà subirne gli effetti.

 

Isterismi

La notizia è questa:

Allarme bomba, evacuata piazza dei Signori. Ma l’ordigno era un gioco

La segnalazione è arrivata prima delle 10. Il presunto ordigno rudimentale era stato collocato sotto la chiesa di San Clemente dove c’era la messa. Zona transennata, sgomberati gli ambulanti e i fedeli. Gli artificieri l’hanno fatto saltare alle 11. Smentite le prime voci che parlvano di esplosivo. Era una specie di caccia al tesoro chiamata “Geocaching”

Non ha sbagliato il passante ad avvertire le forze dell’ordine e non hanno fatto nulla di male Alice ed Alberto lasciando un’innocua love-box in città (e spero vivamente che nessuno li cerchi per punirli). La tranquilla Padova si trasforma da bersaglio di un attacco terroristico a ingenua vittima dell’isteria che oramai pervade il continente.