Il sole matura uva e sussidi

Mi sono già espresso sulla pesante crisi che ha investito l’industria fotovoltaica europea e sul ruolo distorsivo prima e distruttivo poi degli incentivi pubblici.

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Prevedibilmente i produttori europei non si lamentano dei sussidi che hanno generato una domanda fasulla e non sostenibile ma, della sleale concorrenza cinese che ha sottratto loro vendite.

Le lamentele, evidentemente ben supportate dalla lobby europea per il fotovoltaico, hanno spinto la commissione europea ad aprire un’investigazione sul presunto dumping operato dai produttori cinesi ai danni di quelli europei che non hanno potuto beneficiare appieno della domanda artificiosamente creata con denaro pubblico. “La torta l’ha fatta la mia mamma e la devo mangiare solo io!”

Al di la delle ragioni delle due parti, l’investigazione arriva decisamente tardi, l’industria fotovoltaica europea rimane in ginocchio e quella cinese non se la passa meglio (qui si possono leggere gli annunciati tagli dei maggiori produttori cinesi).

Oltretutto nelle dispute commerciali internazionali nessuno subisce passivamente un’accusa di concorrenza sleale, men che meno la Cina.
Il 17 maggio 2012 gli Stati Uniti hanno imposto dazi compresi tra 31% e il 250% sui pannelli cinesi e in risposta la Cina ha aperto un fascicolo circa gli aiuti concessi all’industria americana di silicio policristallino (la principale materia prima dei pannelli fotovoltaici), l’obiettivo è il primo produttore mondiale di questo materiale: Hemlok guarda caso con sede negli Stati Uniti e maggior mercato di sbocco nell’Impero di Mezzo.
La strategia cinese in risposta alle misure anti-dumping americane è chiara e coerente, purtroppo per l’Europa la strategia cinese che si staglia all’orizzonte è decisamente più sottile e raffinata, non verrà colpito il secondo produttore mondiale di silicio policristallino, la tedesca Wacker Chemie, bensì i produttori europei di vino rosso, come si può leggere in questo articolo di China Daily.
Perchè solo il vino rosso? Perchè la Germania praticamente non produce vino rosso, a dire il vero non produce nemmeno molto vino bianco ma, questa tipologia è l’unica degna di essere esportata (e bevuta), parlo dell’eccellente Riesling renano.
Toccherà a Francia, Italia e Spagna pagare il prezzo di questa guerra commerciale maturata al sole dei sussidi.

Rebranding China

So poco o nulla di marketing, spesso sono scettico sulla materia, certamente riconosco l’utilità che un buon marchio possiede nel vendere prodotti e servizi, così come riconosco che la pessima reputazione, associata ad un marchio, rende estremamente difficile riguadagnare la stima dei clienti, e questo discorso non vale solo le aziende.
Ad esempio, la qualità intrinseca che si riconosce ai prodotti svizzeri o tedeschi induce a considerare altrettanto eccellenti i servizi pubblici offerti dai medesimi paesi, facendo il ragionamento inverso, un’auto malese o un cellulare venezuelano non ispirano troppa fiducia.
La Cina ha senza dubbio un enorme problema di reputazione, oltre alle ovvie considerazioni politiche, ogni prodotto “made in China” viene ancora visto con scettiscimo in occidente. Pochissimi comprano un frigorifero Haier (realizzato in Italia), mentre tutti bramano un qualsiasi prodotto Apple (rigorosamente realizzato in Cina anche se progettato in California).
Le cose cominciano lentamente a cambiare e ci sono moltissimi esempi in proposito (HTC su tutti), ma le difficoltà del marchio “Cina” sono ben testimoniate dalle numerose acquisizioni di marchi stranieri, come quella di Volvo da parte di Geely.

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Tutto questo soporifero preambolo mi serve per affermare che, a mio modestissimo parere, il famigerato Istituto Confucio non si può riduttivamente considerare come pericoloso megafono della propaganda Maoista, bensì una colossale* operazione di rebranding del marchio Cina nel mercato mondiale.
Ovviamente l’operazione non è semplice da realizzare e convincere con la sola forza della propaganda il resto del mondo di un cambiamento che in realtà non è affatto compiuto non porta lontano. Si tratta però di un primo passo, che implicitamente ammette l’esitenza di un problema di reputazione e non è poca cosa quando si parla di Cina.
Inoltre l’iniziativa pare andare molto bene, l’interesse per l’impero di mezzo non manca di certo, sarà l’esotismo degli ideogrammi o la prospettiva di poter beneficiare in qualche modo delle opportunità offerte dal miracolo economico cinese ma, qui a Padova, i due corsi di per principianti in partenza a Marzo 2011 sono entrambi già al completo!
Sarà che il segreto sta nei prezzi cinesi, 60 euro per un corso da principianti, io ne ho spesi ben 190 per uno di tedesco erogato dalla locale biblioteca, mi fossi rivolto al prestigioso Goethe Institut ne avrei spesi ben più di 500.

Index

* inaugurato nel 2004, in 6 anni apre oltre 300 centri per la diffusione della lingua e della cultura cinese in più di 50 paesi diversi. Nel 2009 eroga 9.000 corsi di lingua cinese a circa 260.000 studenti (il doppio dell’anno precedente).

Capire il tedesco

Venerd?? scorso ho terminato un corso di lingua tedesca per principianti (Grundstufe A1), non sono ancora in grado di conversare ma, mi sono convinto ulteriormente che anche la lingua possa condizionare il modo di pensare delle persone.
Avevo avuto un primo conforto a questa strampalata teoria con il cinese mandarino, l’esempio principale ?? l’assenza delle parole “si” e “no”, che pu?? spiegare il motivo per cui, per un cinese, una domanda chiusa pu?? avere ben poco senso.

La prima cosa che mi ha colpito della lingua tedesca ?? la rigidissima struttura della frase, il verbo occupa sempre la seconda posizione nella sua parte flessa e l’ultima, formando la cosiddetta parentesi verbale (Verbalklammer). Nulla di pi?? evocativo della rigidit?? da sempre attribuita ai teutonici.

Poi ci sono moltissimi verbi, che descrivono dettagliatamente l’azione o lo stato, tra i modali esiste perfino un verbo (sollen) che esprime il dovere riferito (il medico mi ha detto che non devo fumare). Qui il parallelo con la germanica precisione viene naturale.

Personalmente ho sempre considerato quello tedesco un popolo dotato di un enorme senso pratico, tanto che riescono a soddisfare il loro desiderio di precisione lessicale con strumenti relativamente semplici. Infatti nella lingua tedesca, pur essendovi numerosi sostantivi, in caso di necessit??, cio?? se gi?? non esiste una parola precisa, la si compone utilizzando parole pi?? semplici che fuse assieme arrivano a creare mostri come: Donaudampfschiffahrtselektrizit??tenhauptbetriebswerkbauunterbeamtengesellschaft

Fortunatamente ve ne sono altre pi?? corte ma decisamente pi?? esilaranti come guanto (=mano+scarpa), lampadina (=pera+incandescente) o rubinetto (=gallo+acqua).

Infortuni sul lavoro

Stern Hu ?? il responsabile della filiale di Shanghai di Rio Tinto, gruppo austro-britannico tra i maggiori estrattori di minerali strategici quali bauxite, uranio, ferro.
Dal 5 luglio 2009 ?? detenuto assieme a tre colleghi cinesi (Stern Hu ?? cittadino australiano) dalle autorit?? cinesi allo scopo di convincere il suo datore di lavoro a concedere uno extra sconto sulle forniture di acciaio.

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Stern Hu (foto Reuters)

Max G??ldi ?? il general manager della filiale libica di ABB, colosso elvetico-svedese leader nella produzione di tecnologia per l'energia e l'automazione industriale.
Dal 22 febbraio scorso ?? di nuovo in carcere, dopo aver trascorso 19 mesi da recluso nell'ambasciata svizzera a Tripoli. Il motivo formale del suo arresto riguarda una violazione sul visto d'ingresso in Libia, in realt?? Max G??ldi ?? l'incolpevole vittima di un braccio di ferro diplomatico tra la famiglia Gheddafi e la Confederazione dopo l'arresto, avvenuto a Ginevra nel 2008, di Hannibal Gheddafi e della moglie accusati di aver picchiato due inservienti.

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Max G??ldi (foto Keystone)

Tragiche e paradossali, queste storie riguardano paesi che non hanno molto rispetto della vita e della libert?? dei loro stessi cittadini.
Ho per?? appena letto qui che Credit Suisse starebbe seriamente limitando le trasferte dei suoi private bankers in Germania, teme che possano essere arrestati per istigazione all'evasione fiscale.
Mala tempora currunt…

Uccidere il drago

Davvero impressionanti le ultime mosse del governo Obama nei confronti della Cina, dopo gli infruttuosi inchini, il Presidente del cambiamento passa decisamente alle maniere forti.
La strategia ?? cambiata radicalmente rispetto alla mera "flessione dei bicipiti" esibita dal predecessore.

Si comincia con Google e il suo nuovo approccio alla Cina, poi la vendita di moderni sistemi anti-missile a Taiwan??e??l'annuncio di un prossimo incontro con il Dalai Lama dopo quello mancato lo scorso autunno, sembrano le prime mosse di un'apertura molto aggressiva sulla scacchiera della politica mondiale.??????

L'obiettivo mi pare chiaro, colpire il cuore del drago, il motore che ha permesso alla Cina di ottenere tassi di crescita del PIL a due cifre per un ventennio, gentilmente offerti dai capitalisti-nemici-del-popolo.

Si chiama processing trade, il sistema che, assieme alla tax holiday (ora non pi?? disponibile), ha spinto moltissime imprese straniere ad investire nel regno di mezzo, costruendo fabbriche ed assumendo operai ed impiegati cinesi.
Il meccanismo ?? davvero semplice (le incombenze burocratiche a cui badare invece sono notevoli): sono esentate da imposta sul valore aggiunto e dazi le merci importate nel territorio cinese al fine di essere trasformate e quindi riesportate.
Giusto per chiarezza, in Italia, le merci che per qualsiasi motivo entrano nel territorio, pagano immediatamente l'IVA, oltre agli oneri doganali ed eventuali dazi, se poi con queste merci viene realizzato un prodotto che poi si esporta (non imponibile ex art 8 DPR 633/1972) ci rimane un bel credito che il belpaese non rimborsa sicuramente in tempi rapidi.

Grazie al processing trade, il governo cinese ha fatto costruire agli stranieri le infrastrutture industriali di cui aveva necessit??, facendo leva sulla notevole offerta di manodopera a basso costo e di terreni su cui edificare, rendendo convenienti anche le produzioni che, per carenza di fornitura locale, richiedono l'importazione di componenti e semilavorati dall'estero.

Dov'?? il nesso? Sta nella notizia delle minacciate sanzioni che andrebbero a colpire le aziende produttrici degli armamenti forniti a Taiwan. Se veramente la Cina vuole cominciare una guerra commerciale, in un momento in cui gli interscambi stentano a riprendere quota, dovr?? fare i conti con le contromisure protezionistiche dei suoi migliori clienti, giustificate pure dalla disoccupazione rampante dei paesi pi?? ricchi.

Sono curioso di conoscere la prossima mossa del dragone cinese, potrebbe muovere il cavallo se la domanda interna fosse cos?? robusta da sostenere tutto il peso della crescita cinese, ma potrebbe anche scegliere un meno spavaldo arrocco.??

venti dieci

Provo per la seconda volta ad azzardare qualche previsione sull'anno appena iniziato, questa volta non ?? stato facile, infatti ci ho messo un po' troppo.

Politica italica: le elezioni regionali di primavera saranno un altro passo verso l'estremizzazione della politica, a destra la lega vincer?? molto largamente in Piemonte e Veneto, a sinistra si?? confermer?? il declino del pidd?? a favore del partito di Di Pietro.
Alla luce di ci?? PDL e PD capiranno che la loro debolezza sta all'interno delle rispettive coalizioni e cominceranno i soliti rituali di corteggiamento al centro.
Nello specifico mi gioco Piemonte, Veneto, Lombardia sicuramente al centro-destra; Toscana, Puglia, Liguria, Umbria, Marche sicuramente al centro-sinistra. Lazio, Calabria ed Emilia Romagna incerte al centro-destra; Campania, Puglia e Basilicata incerte al centro-sinistra.

Politica internazionale: Hugo Chavez, a causa dell'inasprita e perdurante crisi economica del Venezuela, perder?? il supporto delle classi pi?? povere, vincer?? comunque le elezioni ma, da li in poi comincer?? il suo lento declino.

Economia internazionale: la Cina ?? oramai diventata il nemico economico numero uno, nel 2010 il "resto del mondo" prover?? a frenarne la crescita (pensando cos?? di aumentare la propria) con ogni mezzo: tariffe "ecologiche" sulla merce che si presume venga prodotta con processi inquinanti, manovre concertate per ottenere la rivalutazione del Renminbi, riconoscimenti e visibilit?? per i dissidenti cinesi e per il Dalai Lama.

Fiat: la gestione di Chrisler non funzioner?? come previsto, il governo Statunitense decider?? di affiancare a Fiat un partner americano, Marchionne (memore dell'esperienza Daimler) prover?? a farsi pagare un'indennit?? per l'indebita intrusione.

Poca roba lo so, andr?? meglio il prossimo anno…

Lo stimolo cinese all’uso dei mezzi pubblici

I miei colleghi oltremuraglia mi informano che anche a Ningbo (citt?? considerata di "terza fascia") sono stati inaugurati i cantieri per la costruzione della metropolitana.
Si tratta di un investimento incluso nel mega stimolo economico varato dal governo alla fine del 2008, anche se la richiesta era stata avanzata precedentemente e tenuta in disparte, pare, per il timore di surriscaldare troppo la dinamica dei prezzi.
La fine dei lavori ?? prevista nel 2014, nel frattempo non si perdono in chiacchere ed hanno gi?? demolito lo Jo-Jo Bridge (Ponte 99), un mastodontico sovrappasso pedonale su uno degli incroci pi?? caotici della citt??, mi mancher??…

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Traffico Ningbonese visto dal (fu) JoJo Bridge.

Il progetto complessivo prevede ben 6 linee, che collegheranno anche le aree pi?? periferiche della citt?? (incluso il porto e l'aeroporto).

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Il primo stralcio del progetto prevede due linee, speriamo facciano correggere la bozza della mappa scritta in chinglish 🙂

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Effettivamente il traffico rappresenta un bel problema per l'impero di mezzo ed il potenziamento del trasporto pubblico mi sembra un ottimo investimento per ridare fiato all'economia (che nel frattempo, pare stia gi?? ripartendo).

Contrordine cyber-compagni!

Il ministero cinese dell'industria e dell'information technology ha sospeso a tempo indeterminato la legge con cui si imponeva l'installazione del famigerato "Green Dam" (ufficialemente un filtro software contro pornografia e violenza) in ogni personal computer venduto in Cina dal primo luglio.
Ne da notizia l'agenzia di stampa Xinhua, senza scendere nei particolari, come invece fanno il Washington Post e l'ottimo China Law Blog, che convengono sul fatto che l'opinione negativa dei cittadini digitali d'oltre muraglia sia stata ascoltata ai piani alti del partito unico.