Il rimborso IVA che non cambia verso

Le ultime modifiche introdotte nella legge di stabilità 2015 in materia IVA hanno fatto esplodere il panico tra molti imprenditori con pochi denari a disposizione (Iva, l’allarme delle imprese: da split payment e reverse charge mancati incassi mensili per 2 miliardi).

Con uno Stato che riscuote a breve ma paga con molto comodo, è comprensibile la decisione di Confindustria di presentare un ricorso alla UE.

Da questo intervento il Governo punta a garantirsi una copertura di 780 milioni, per cui sorge legittimo il sospetto che non ci sia alcun interesse a neutralizzare il credito IVA con un meccanismo simile a quello in uso per gli esportatori abituali (Plafond), che potrebbe essere una soluzione #cambiaverso.

Del resto, leggendo l’interessante articolo di Benedetto Santacroce, emerge anche il sospetto che il Governo abbia sovrastimato l’importo delle frodi carosello che verrebbero neutralizzate con l’introduzione del reverse charge.

Quello che sicuramente è certo, Santacroce lo condensa magistralmente nella frase che chiude il suo articolo:

Insomma, comunque si risolva la questione, qualcuno in un modo o in altro dovrà subirne gli effetti.

 

Il sole matura uva e sussidi

Mi sono già espresso sulla pesante crisi che ha investito l’industria fotovoltaica europea e sul ruolo distorsivo prima e distruttivo poi degli incentivi pubblici.

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Prevedibilmente i produttori europei non si lamentano dei sussidi che hanno generato una domanda fasulla e non sostenibile ma, della sleale concorrenza cinese che ha sottratto loro vendite.

Le lamentele, evidentemente ben supportate dalla lobby europea per il fotovoltaico, hanno spinto la commissione europea ad aprire un’investigazione sul presunto dumping operato dai produttori cinesi ai danni di quelli europei che non hanno potuto beneficiare appieno della domanda artificiosamente creata con denaro pubblico. “La torta l’ha fatta la mia mamma e la devo mangiare solo io!”

Al di la delle ragioni delle due parti, l’investigazione arriva decisamente tardi, l’industria fotovoltaica europea rimane in ginocchio e quella cinese non se la passa meglio (qui si possono leggere gli annunciati tagli dei maggiori produttori cinesi).

Oltretutto nelle dispute commerciali internazionali nessuno subisce passivamente un’accusa di concorrenza sleale, men che meno la Cina.
Il 17 maggio 2012 gli Stati Uniti hanno imposto dazi compresi tra 31% e il 250% sui pannelli cinesi e in risposta la Cina ha aperto un fascicolo circa gli aiuti concessi all’industria americana di silicio policristallino (la principale materia prima dei pannelli fotovoltaici), l’obiettivo è il primo produttore mondiale di questo materiale: Hemlok guarda caso con sede negli Stati Uniti e maggior mercato di sbocco nell’Impero di Mezzo.
La strategia cinese in risposta alle misure anti-dumping americane è chiara e coerente, purtroppo per l’Europa la strategia cinese che si staglia all’orizzonte è decisamente più sottile e raffinata, non verrà colpito il secondo produttore mondiale di silicio policristallino, la tedesca Wacker Chemie, bensì i produttori europei di vino rosso, come si può leggere in questo articolo di China Daily.
Perchè solo il vino rosso? Perchè la Germania praticamente non produce vino rosso, a dire il vero non produce nemmeno molto vino bianco ma, questa tipologia è l’unica degna di essere esportata (e bevuta), parlo dell’eccellente Riesling renano.
Toccherà a Francia, Italia e Spagna pagare il prezzo di questa guerra commerciale maturata al sole dei sussidi.

L’articolo 18 e la giusta causa

Come molti lavoratori dipendenti sapranno, anche le aziende con pi?? di 15 dipendenti licenziano, nonostante l'esistenza dell'articolo 18 e l'obbligo di reintegro serve principalmente a spostare verso l'alto l'asticella dell'indennit?? pecuniaria che si negozia con l'aiuto del delegato sindacale.

Non sono certo che tutti sappiano che nel caso in cui il datore di lavoro non corrisponda lo stipendio, la legge non ammette che ci si possa giustamente assentare dal lavoro (non mi paghi? e io non vengo pi?? a lavorare!), in questo caso il lavoratore risulterebbe assente ingiustificato e pertanto passibile di procedimento disciplinare.
Il mancato pagamento della retribuzione ?? ovviamente riconosciuto quale giusta causa di recesso dal contratto di lavoro (art. 2119 del Codice Civile), ma dopo quanto tempo il ritardo nel pagamento dello stipendio diviene giusta causa di dimissioni? E' sufficiente una settimana? Quindici giorni? Un anno?

La legge (Statuto, CCNL, Codice Civile) non dice nulla in proposito, pertanto ci si affida alla giurisprudenza maggioritaria che ha individuato in due (2) mesi il ritardo necessario a configurare l'inadempienza contrattuale quale giusta causa di recesso.

Inoltre, sino all'emanazione della circolare n. 97 del 2003, l'INPS negava l'iscrizione alle liste di mobilit?? ai lavoratori che si fossero dimessi per giusta causa, anche in questo caso ?? dovuta intervenire la giurisprudenza con la sentenza della Corte Costituzionale n. 269 del 17-24 giugno 2002.

Mi domando per quale motivo le organizzazioni sindacali ed alcuni partiti politici vadano in escandescenza ogni qual volta viene ventilata l'ipotesi di abrogare il famigerato articolo 18 mentre non si preoccupano di far legiferare in merito al ritardo??oltre il quale al lavoratore ?? data la possibilit?? di dimettersi per giusta causa.

Correlazione fiscale

Oggi notavo che numerosi ristoranti, pizzerie e tavole calde preferiscono utilizzare la tristissima tovaglietta di carta al posto della tradizionale tovaglia in tessuto.

Capisco i diversi costi di gestione, la maggiore rapidità nello sbrigare la tavola per il prossimo cliente e magari la volontà di dare al locale un tono meno serioso e impegnato, ma rimane il fatto che la tovaglietta è decisamente triste e fa odiare ancora di più la nostrana e malsana invenzione chiamata coperto.

Qualche giorno fa ho però letto con perplessità e un certo stupore questo articolo, e mi sono domandato se la pervicacia dei guardiani del gettito fiscale possa aver in qualche modo influenzato le scelte di qualche titolare.

Non mi stupirebbe ricevere conferma a questo mio estemporaneo pensiero.

Flying Bolognas

Qualche settimana fa l'economist ha proposto un articolo in cui provava a spiegare la scarsa attenzione riservata dai politici italiani verso le istituzioni europee.
Oltre alle solite critiche a Mr unfit to lead Italy, Charlemange propone una chiave di lettura che ritengo assolutamente condivisible: i nostri politici parcheggiano le natiche a Bruxelles o Strasburgo fino a che non si presenta una buona occasione per tornare ad occupare un'italica poltrona.
L'esempio portato nell'articolo non riguarda per?? l'attuale Ministro degli Esteri bens?? il fu Presidente della Commissione Europea:

Senior positions in European institutions hold little attraction for ambitious Italian politicians. At best, they are seen as well-paid ways of treading political water until an opportunity arises to return to the national stage. Italy???s most senior Eurocrat of recent years, Romano Prodi, who ran the European Commission between 1999 and 2004, spent much of his last year in office plotting his domestic political comeback.

Essendo gi?? in campagna elettorale, Romano da Bologna prende penna e calamaio e scrive una commovente letterina.

Come prima cosa rivendica il carattere pro-europeo della Commissione Europea da lui presieduta; mi domando come possa riuscire la Commissione Europea ad essere anti-europea, e non riesco a rispondermi.
Poi rivela che in quel periodo proprio non aveva tempo da dedicare alle faccende italiane, infatti riusci a recarsi al Palalottomatica nel febbraio 2004 (il suo mandato scadeva nel novembre dello stesso anno) solo per una fugace rimpatriata tra amici.
Quindi la lezione di politica europea: ben due anni prima del termine del suo mandato (21-11-2004) egli gi?? sapeva che molti governi europei sarebbero passati dal centro-sinistra al centro-destra, cio?? prendeva atto di un cambiamento politico cominciato qualche anno prima.

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[Election results by political group, 1979 to 2009. Left to right – source: Wikipedia]

Nel sussulto prima del gran finale, tiene a ribardici che gli venne chiesto di candidarsi solo dopo aver terminato il suo lavoro a Brussels, dopo, non un anno e mezzo prima.

Infine, il guizzo conclusivo, a lui l'Europa ?? sempre piaciuta e gli piace ancora! Vedi mai che la campagna elettorale italiana dovesse prolungarsi troppo…

Par condição

Leggo sull’economist che:

From August 17th Brazilian television and radio stations must start running free political advertising, with more time going to candidates whose alliances command more seats in Congress.

sinceramente, non lo sapevo. Chissa se con cotale precedente a qualcuno verrà in mente di preparare un bel decreto amazzonico, tanto oramai siamo in campagna elettorale.

Studi del terrore

A mio modo di vedere, gli studi di settore rappresentano una delle “creature” pi?? mostruose create dall’amministrazione pubblica.
L’inversione dell’onere di provare che non c’?? stata evasione, posta in capo al contribuente, non ?? terribile di per se (anche se rimane esecrabile) ma rappresenta solo uno tra i mille e pi?? bizantinismi prodotti dal nostro stato.
Del resto le aziende italiane gi?? devono assolvere a molte funzioni che lo stato non ?? in grado di svolgere nonostate il notevole ammontare di risorse a sua disposizione, un onere in pi?? non ?? gran cosa (anche se costa all’azienda e di riflesso a tutto il paese).

Tuttavia, richiedere ed utilizzare dati chiaramente fuorvianti ?? sciocco e pericoloso.

Ad esempio, il quadro E del modello UD32U relativo alle imprese meccaniche, chiede di elencare il numero di macchinari presenti in azienda nel 2009, viene richiesto esclusivamente il numero di beni strumentali divisi per tipologia, credo non serva un enorme sforzo per ipotizzare che al numero di macchine venga associata la capacit?? produttiva. In parole povere se ci sono macchine capaci di produrre beni per un valore presunto di 100 ma l’azienda in questione fattura solo 50, si ipotizza che la differenza possa essere stata venduta senza i dovuti documenti (cio?? in nero).

E se invece i macchinari fossero rimasti spenti ed inutilizzati a causa della crisi?

Non si poteva modificare il quadro E (1) aggiungendo la colonna “di cui in uso” (2)?

EpreEpost

Il pensiero unico (gastronomico)

1984

Antonio Tomacelli ?? uno dei pi?? polemici animatori di Dissapore, portano la sua firma alcuni tra i post pi?? commentati del network di blog che si occupa di cibo e vino, del resto non c’?? nulla di male, la stampa digitale come quella cartacea ?? costretta a catturare l’attenzione dei lettori con ogni mezzo lecito e la provocazione risulta esserne uno tra i pi?? apprezzati.

Ieri ho letto un suo post alquanto livoroso su Dario Bressanini, completamente “fuori scala” per il tono e l’incosistenza delle critiche .

Dario Bressanini, ?? uno scienziato, un chimico-fisico teorico, nel suo blog spiega magistralmente la chimica dei fornelli, perch?? cucinare significa innescare e controllare reazioni chimico-fisiche al fine di modificare le caratteristiche organolettiche degli ingredienti. Si, per carit??, ci sono anche le emozioni, come scrivono talvolta i blog wi-fu, i ricordi, le suggestioni.
Dario per?? ?? anche un formidabile debunker, e questo forse ad Antonio Tomacelli non va gi??, non sta bene che un uomo di scienza scriva che sugli OGM la stampa ha negli anni prodotto una serie notevole di falsit??, senza il necessario supporto fattuale e scientifico.

Update: non contento ci riprova e gli riesce perfino peggio.

re-Update: niente da fare, deve chiamare i rinforzi. Adesso, in ossequio alla par condicio, mi aspetto la contro replica di Hugh Grant.

Infortuni sul lavoro

Stern Hu ?? il responsabile della filiale di Shanghai di Rio Tinto, gruppo austro-britannico tra i maggiori estrattori di minerali strategici quali bauxite, uranio, ferro.
Dal 5 luglio 2009 ?? detenuto assieme a tre colleghi cinesi (Stern Hu ?? cittadino australiano) dalle autorit?? cinesi allo scopo di convincere il suo datore di lavoro a concedere uno extra sconto sulle forniture di acciaio.

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Stern Hu (foto Reuters)

Max G??ldi ?? il general manager della filiale libica di ABB, colosso elvetico-svedese leader nella produzione di tecnologia per l'energia e l'automazione industriale.
Dal 22 febbraio scorso ?? di nuovo in carcere, dopo aver trascorso 19 mesi da recluso nell'ambasciata svizzera a Tripoli. Il motivo formale del suo arresto riguarda una violazione sul visto d'ingresso in Libia, in realt?? Max G??ldi ?? l'incolpevole vittima di un braccio di ferro diplomatico tra la famiglia Gheddafi e la Confederazione dopo l'arresto, avvenuto a Ginevra nel 2008, di Hannibal Gheddafi e della moglie accusati di aver picchiato due inservienti.

Goeldi

Max G??ldi (foto Keystone)

Tragiche e paradossali, queste storie riguardano paesi che non hanno molto rispetto della vita e della libert?? dei loro stessi cittadini.
Ho per?? appena letto qui che Credit Suisse starebbe seriamente limitando le trasferte dei suoi private bankers in Germania, teme che possano essere arrestati per istigazione all'evasione fiscale.
Mala tempora currunt…

Boomerang radicale

La discutibile ma, sicuramente legittima, battaglia per la legalit?? dei radicali italiani sembra aver prodotto i frutti desiderati e io gi?? temo gli effetti collaterali di cotanto farmaco legalitario.
Ricordo che una delle pi?? recenti "vittorie" di Giacinto P. e compagni ha reso assolutamente inutilizzabile l'unico strumento di democrazia diretta disponibile in Italia.
Certo, non ?? direttamente imputabile ai Radicali se dal 15 Giugno 1997 ad oggi nessun referendum indetto ha raggiunto il quorum necessario a considerarne valido il risultato, ma ?? difficile riconoscere un residuo di acume politico a chi dopo 13 anni si ostina ad utilizzare la stessa, fallimentare, strategia politica.

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vignetta di Bobo sui referendum del 1997