L’adagio “un’immagine vale più di mille parole” è diventato un mantra attualissimo nel giornalismo.
Software di elaborazione e visualizzazione, unitamente alla enorme quantità e accessibilità di dati in rete, hanno moltiplicato le possibilità di presentare notizie, ragionamenti ed opinioni in maniera immediata ma estremamente efficace.
Uno tra gli esempi migliori è Info Data Blog, brevi articoli che vengono narrati facendo ampio uso di infografiche, dati e immagini e molti altri se ne trovano nell’editoria estera (FT Data, Graphic Detail).
Anche numerosi blog (uno su tutti quello di Vincenzo Cosenza) fanno leva sulla potenza comunicativa delle immagini, oramai i dati sono a portata di tutti (Istat, Eurostat, Nasa, OECD ecc.), così come i software per manipolare e rappresentare i numeri.
Tralasciando il solito Excel (e cloni vari), un buon tentativo lo ha fatto Google, con Fusion Tables, dotato di notevoli potenzialità e che include un potente motore di georeferenziazione basato su Google Maps. Purtroppo l’ambiente web è decisamente crudo e lo rende piuttosto difficile da utilizzare per i non smanettoni.
Un altro interessante progetto del quale leggeremo sempre più spesso lo ha portato a compimento Tableau, una società con base a Seattle che produce un software che un tempo veniva chiamato Business Intelligence mentre ora viene appellato molto più efficaciemente Data Visualisation.
I primi clienti di Tableau sono società commerciali che lo utilizzano per analizzare dati sulle vendite, costi di produzione, analisi finanziarie e via di questo passo ma, al contrario dei concorrenti, quelli di Tableau hanno capito quanto importante sia l’utilizzo delle immagini nella diffusione e analisi delle informazioni presso il grande pubblico ed hanno pensato ad una versione pienamente funzionante ma limitata nelle sorgenti di dati utilizzabili (solo fogli di calcolo o di testo): Tableau Public.
Pertanto non ci può stupire l’esistenza (negli Stati Uniti ovviamente) dei corsi universitari di Data Journalism.